Tra fantasia e libere visioni astrattiste, una carrellata di dipinti, tra acrilici e tecnica mista, per narrare la profonda fedeltà dell'artista pugliese alle sue radici, nei colori e nei soggetti. E il sorprendente rapporto con la psicologia del profondo. L'arte come possibilità assoluta per la ricerca, sulle possibilità espressive del ritmo del colore, del segno e del nuovo. Nuovo perché scopriamo nell'astrazione di Nunzio Lobasso, un mondo sconosciuto colmo di esseri astratti, ma misteriosamente vivi. Creare tutto con il senso ampio e gioioso della libertà, la curiosa e divertita sperimentazione di tecniche diverse, e di nuovi palpiti dei sentimenti che accompagnano l'uomo. Per questo è facile da amare questa sua originale sperimentazione, sprone verso una scoperta continua che partendo dall'incrocio delle sue linee e dei suoi colori, disvela ritratti inconsapevoli, facce e situazioni antropiche, con una loro storia da raccontare. Un sistema dunque, di segni e di colori, e di abbozzi di geometrie-forme colore, contenuti nei loro plasticismi astratti che ne addolciscono i profili. E portano alla luce. E subito lo stesso pensiero che guida la mano si pone in ascolto della voce, e li prende come sono, che abbiano un ghigno o un sorriso caricaturale, non tenta di cambiare la fisionomia ma accetta il suggerimento fisiognomonico del tema proposto. Tra aspetto fisico, carattere e anima, entro un raziocinio implicito che sfiora ogni corrente senza mai appartenere a nessuna. Un sistema disegni dai contorni di attrazione Cézanniana, legati e slegati dalla realtà, ma ripieni di echi, di suoni e di memorie. Un legame, quello di Nunzio Lobasso, talmente interiorizzato a visionarietà, da cancellare i confini tra realtà e sogno.
Alfredo Pasolino, Critico Internazionale e Storico dell’Arte.